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VALLE CAMONICA ROMANA
 

*Museo Nazionale Archeologico della Valcamonica - Statua di Minerva (sinistra), Statua di nudo eroico (destra)
* Museo Nazionale Archeologico della Valcamonica
- Statua di Minerva

 

statua di nudo eroico
* Museo Nazionale Archeologico della Valcamonica - Statua di nudo eroico




 
Come raggiungere Cividate Camuno e Breno


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In aereo
Aeroporto di Montichiari G. D'Annunzio 100 km
Aeroporto di Verona Villafranca Catullo 110 km
Aeroporto di Bergamo Orio al Serio 90 Km
Aeroporto di Milano Linate 140 Km
Aeroporto di Milano Malpensa 190 Km
   
In auto
Autostrada A4 MI-VE
- uscita Brescia ovest
- seguire le indicazioni per Valle Camonica - SS 510
 

Gli alberghi della Tartaruga

*** HOTEL ARMONIA
via Manifattura, 11 - 25047 Darfo Boario Terme (Bs)
Tel. +39 0364 531816 - Fax +39 0364 535144
e-mail: info@albergoarmonia.it
Web Site: www.albergoarmonia.it
2 camere attrezzate


*** HOTEL SORRISO
via Roccole, 1 - 25047 Darfo Boario Terme (Bs)
Tel. +39 0364 531418 - Fax +39 0364 535518
e-mail: info@albergosorriso.it -
Web Site: info@albergosorriso.it
1 camera attrezzata


*** HOTEL IL CASTELLINO
Via Alabarde, 9 - 25047 Darfo Boario Terme (Bs)
Tel. +39 0364 531648 - Fax +39 0364 536258
e-mail: info@albergoilcastellino.it
Web Site: www.albergoilcastellino.it
2 camere attrezzate

cartina per hotel

 
 

I locali della Tartaruga

Ristorante pizzeria Rosso Peperino
Via Borgo Olcese, 108 (zona industriale)
- 25040 Cividate Camuno (BS)
Tel. +39 0364 45120 - rossopeperino@gmail.com

 
 
accesso con rampa  
bagno attrezzato  
     
 
 

Ristorante pizzeria Giardino
Viale 28 Aprile, 7 - 25043 Breno (Bs)
Tel. +39 0364 321107

 
 
accesso dall'hotel  
bagno attrezzato  
     
 
 


 


*L'Anfiteatro di Cividate Camuno
* L'Anfiteatro di Cividate Camuno

 

Percorso

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* Il Santuario di Minerva a Breno
* Il Santuario di Minerva a Breno

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Il territorio e la sua storia

La Valle Camonica vanta un'antichissima storia che inizia con la fine dell'ultima glaciazione, circa 15.000 anni fa, quando il ghiacciaio sciogliendosi, crea la vallata. Nota in tutto il mondo per le incisioni rupestri neolitiche (oltre 300.000 petroglifi presenti nel territorio di Capo di Ponte, che fanno della Valle Camonica il maggior centro d'arte rupestre in Europa, patrimonio UNESCO), negli ultimi decenni ha acquisito particolare interesse grazie alle straordinarie testimonianze della presenza romana riportate alla luce nella zona compresa tra Cividate Camuno e Breno.
Fondata verso la fine del I secolo a.C. con l'annessione della Valle Camonica all'Impero Romano, la città di Civitas Camunnorum era punto di riferimento ed aggregazione di tutte le genti della Valle e modello avanzato della romanità. Questo spiega come mai Cividate Camuno fosse dotata di terme, teatro ed anfiteatro che, con i reperti venuti alla luce durante gli scavi, rappresentano un patrimonio di inestimabile valore.
La storia di Cividate Camuno si intreccia indissolubilmente con quella della vicina Breno: di probabile origine celtica o gallica (briù o braè = ponti o intrecciatura di pali a scopo difensivo), con la dominazione romana anche Breno diventa parte della Provincia romana, come testimonia lo straordinario parco archeologico del santuario di Minerva (in località Spinera) tra i più grandi delle Alpi.

*Museo Nazionale Archeologico della Valcamonica - la sala 'Per gli dei ed eroi'
* Museo Nazionale Archeologico della Valcamonica - la sala 'Per gli dei ed eroi'

L'itinerario

Questo itinerario inizia a Cividate Camuno con la visita al Museo Archeologico Civitas Camunnorum che raggiungiamo dalla rotonda di via Roma, seguendo le indicazioni per Parco Barberino.
Il museo nazionale conserva materiali e reperti provenienti dal territorio camuno compreso tra Cividate, Breno e

 

 

accesso dal cancello laterale all'entrata principale del Museo.

Borno che coprono un periodo storico che va dall'era del Ferro al V secolo d.C. e che compongono una fra le più importanti collezioni di arte romana dell'Italia settentrionale.
Superato lo spazio dedicato alle mostre temporanee, entriamo nella sala 'Per gli dei ed eroi' dove, grazie ad un allestimento indovinato, si confrontano due imponenti sculture di pregevole fattura. Sulla sinistra è la statua di Minerva proveniente dal Santuario di Breno: in marmo greco, è tra le più antiche repliche di età romana ispirata all'antico originale in bronzo del V secolo a.C. raffigurante la dea Athena Hygieia (Risanatrice) opera di Pirro seguace di Fidia. La scultura, purtroppo priva della testa e delle braccia, rappresenta la divinità con indosso chitone e himation ed un medaglione sul petto ornato al centro da una Gorgone e da una serie di serpentelli penduli. Di fronte è collocata l'imponente statua in marmo (una delle molte decorazioni destinate agli spazi pubblici della città antica) raffigurante probabilmente un membro della famiglia imperiale in posa eroica, rinvenuta nell'area del Foro durante gli scavi di via Palazzo a Cividate.
Fra i numerosi reperti provenienti dal Santuario di Minerva e conservati nelle teche (materiali votivi, cocci frantumati e contenitori in ceramica che documentano le pratiche rituali di offerte alla divinità e libagioni sacre svolte dai frequentatori del Tempio, figurine di offerenti in marmo e terracotta, fibule, monete e gioielli) segnaliamo il prezioso pendaglio votivo in bronzo, del V secolo a.C. che ritrae una figura stilizzata, probabilmente una divinità femminile, su una barca solare a testa di uccelli acquatici, rinvenuto nella struttura in pietra utilizzata come altare preromano e collocata nel prato antistante il Tempio.

*Statua di Minerva (particolare)
* Statua di Minerva (particolare)
  *Pendaglio votivo in bronzo (V secolo a.C.)*Pendaglio votivo in bronzo (V secolo a.C.)

Di notevole interesse le tre erme (particolari pilastri in pietra originariamente posti ai crocicchi delle vie, ma in età romana impiegate principalmente come ornamento) risalenti alla fine del I secolo d.C. e provenienti dall'area dell'Anfiteatro di Cividate: in origine decorate col volto del personaggio cui erano dedicate e con iscrizioni, in parte ancora visibili, probabilmente formavano un unico complesso collegato da transenne a incastro.

Nel settore dedicato alle necropoli, oltre ai ricchi corredi tombali provenienti dagli scavi di Cividate, Breno e Borno, sono esposte alcune tombe ad incinerazione, fra le quali una di fattura particolarmente curata con copertura spiovente e un raro vaso in vetro per le ceneri.

 
apertura tutti i giorni ore 8:30-14:00

*Erme fine del I secolo d.C.
* Erme fine del I secolo d.C.

 
* Tomba ad incinerazione
* Tomba ad incinerazione

Nella sala successiva dedicata alla 'Città Civitas Camunnorum' un coinvolgente allestimento ricostruisce un ambiente pubblico con i due bellissimi pavimenti a mosaico provenienti dall'area termale adiacente l'anfiteatro (I e II secolo d.C.) decorati a motivi geometrici in bianco e nero e policromi, integrati da un utile supporto didattico nell'antistante parete che ricostruisce l'ambiente delle terme, mentre alle altre pareti sono i frammenti di pregevoli affreschi rappresentanti un Apollo citaredo, un'erma di satiro ed un'imago clipeata provenienti dall'edificio pubblico emerso durante gli scavi di via Palazzo.
(materiale a disposizione in biglietteria)

* Pavimento a mosaico dell'area termale
* Pavimento a mosaico dell'area termale

  * Affresco con erma di satiro
* Affresco con erma di satiro

Lasciato il museo ci dirigiamo verso il centro di Cividate e seguiamo le indicazioni per il Parco Archeologico del Teatro e dell'Anfiteatro. La visita inizia dal Teatro romano che rappresenta una testimonianza notevole della grande attenzione prestata dagli urbanisti romani nello sfruttare le possibilità offerte da questo sito.

 
parcheggio riservato davanti all'ingresso. Servizio igienico attrezzato nello stabile della biglietteria

*scalinata laterale di sinistra
*scalinata laterale di sinistra

Risalente alla fine del I secolo d.C., il Teatro è stato utilizzato fino al IV secolo d.C. per la rappresentazione di commedie, tragedie e spettacoli di mimo, ma anche per lo svolgimento di riunioni e processi. Dell'intera struttura, costruita con un imponente sistema di terrazzamento della collina, è visibile solo una minima parte: è indispensabile consultare i pannelli didattici installati nel sito che ricostruiscono graficamente e storicamente il complesso, aiutandoci nella comprensione di quanto è emerso dagli scavi.
Come primo approccio incontriamo la scalinata laterale di sinistra, con tracce di pitture parietali decorative, che collegava l'edificio scenico permettendo l'accesso alle versurae (ingressi per i posti d'onore). Incastonati nella parete sovrastante il teatro possiamo distinguere i resti veri e propri del proscenio ed una piccola porzione della cavea e riconoscere le due scale più piccole che collegavano il postscenio al portico. Quest'ultimo, di cui resta il tracciato dei lunghi muri paralleli, veniva utilizzato come passeggiata nel cambio di scena delle varie rappresentazioni o come ambiente esterno del teatro usato dagli abitanti. Proseguendo lungo il muro del portico post scena, raggiungiamo la scalinata laterale di destra oltre la quale si aprivano gli ambienti che portavano alla cavea.

* carcer per animali feroci
* carcer per animali feroci

Affrontiamo ora la visita all'Anfiteatro riportato alla luce quasi interamente. Costruito alcuni decenni dopo il Teatro, l'edificio si presentava a struttura piena, appoggiato a monte alla collina e a valle ad un terrapieno artificiale. Le notevoli dimensioni dell'intero complesso raccontano che, in occasione degli spettacoli, giungeva pubblico anche dai paesi vicini.
Qui infatti avevano luogo i munera (giochi gladiatori) e le venationes (combattimenti con bestie selvatiche) come testimoniano gli ambienti che incontriamo accedendo all'arena e che affiancano entrambe le aperture di servizio: il primo è un carcer (gabbia) utilizzato per animali non pericolosi o come ambiente di attesa per i gladiatori, mentre il secondo è un raro esempio di carcer per animali feroci, eccezionalmente preservato, che rende l'anfiteatro di Cividate unico.
Il vano si presenta diviso in due passaggi: uno di protezione per gli inservienti e l'altro dove, attraverso un sistema di apertura e chiusura con pali di legno infilati nei pilastri di pietra con fori passanti (ancora ben visibili) venivano sospinti gli animali (orsi, lupi, cinghiali e tori) verso la porta d'accesso all'arena: qui erano attesi dai cacciatori per le venationes.

* maeniana  inferiore: il settore riservato ai nobili
* maeniana inferiore: il settore riservato ai nobili

Proseguendo in senso orario lungo il percorso interno dell'arena, incontriamo la porzione del maeniana inferiore (parte bassa delle gradinate) appartenente alla cavea della sezione a monte: ben visibile il settore riservato ai nobili con gradini in calcare grigio e le attigue gradinate più semplici con base in muratura e sedili in pietra grezza destinate al popolo. Alla base del maeniana sono esposte alcune mensole che sostenevano il velarium (tendaggio che veniva steso sui teatri e gli anfiteatri romani per riparare dal sole) e resti di gradinate rinvenuti duranti gli scavi.
Usciamo ora dall'arena tornando verso la biglietteria e giriamo a sinistra per seguire il percorso didattico; incontriamo così i resti dell'edificio termale probabilmente connesso al ludus, la caserma per l'alloggio e l'addestramento dei gladiatori. Della struttura di modeste dimensioni è ben riconoscibile un vano absidato, probabilmente il calidarium, ed una vasca, forse parte del frigidarium.
Procedendo lungo i resti del portico di collegamento, raggiungiamo l'area degli ambienti di servizio la cui funzione non è nota: è probabile che fossero impiegati come magazzini per le armi dei gladiatori, o come infermeria, o addirittura per depositare i corpi dei gladiatori deceduti nei combattimenti.
Di seguito è un sacello, straordinariamente ben conservato, che era il piccolo luogo di culto dove i gladiatori, prima del combattimento, potevano invocare gli dei per assicurarsi forza e coraggio (Ercole, Marte o Diana) o controllare il destino (Nemesi). Ben visibile, sulla parete di fondo, la nicchia che, con tutta probabilità, ospitava una piccola statua di una di queste divinità.

* vano absidato dell'edificio termale
* vano absidato dell'edificio termale

  * il sacello
* il sacello

A destra del sacello si trova il servoscala che ci consente di raggiungere il percorso a quattro tornanti, ombreggiato da piante di alloro e lentaggine, che porta al livello superiore: da qui potremo godere del suggestivo spettacolo che ci offre la visione panoramica dell'intero sito ed emozionarci immaginando che, alle nostre spalle, attraverso un tratturo che collegava l'intero complesso con il Santuario di Minerva a Breno (prossima meta del nostro itinerario), scendeva la

 
il servoscala misura cm 70x80 (portata ma kg.200)


Apertura: tutti i giorni ore 8:30 - 13:30 lunedì chiuso.

processione religiosa che tradizionalmente apriva gli spettacoli. (pieghevole a disposizione in biglietteria)

*Il Santuario di Minerva a Breno: l'altare preromano
* Santuario di Minerva a Breno: l'altare preromano

Lasciamo dunque Cividate e dirigiamoci verso Breno per raggiungere l'importante sito archeologico del Santuario di Minerva. Oltrepassato il borgo di Malegno, superiamo il ponte e la chiesa, entrambi dedicati a Minerva, e lasciamo la vettura nel parcheggio adiacente per incamminarci lungo la stradina che costeggia il fiume Oglio. Dopo circa 1 km.

 
Attraversamento pedonale abbastanza pericoloso. La strada d'accesso al Santuario di Minerva, iniziamente in forte pendenza, è in sterrato e dissestata; nel tratto finale il terreno sassoso è difficilmente percorribile con la corrozzina.

raggiungiamo il Parco Archeologico del Santuario di Minerva, luogo avvolto da grande mistero e sacralità, che fu scelto in passato per la sua particolare posizione: una valle circondata da boschi rigogliosi, lambita dal fiume Oglio e sovrastata dallo sperone roccioso (tutt'ora visibile, sebbene in parte occultato dalla moderna pensilina di copertura del Tempio) ricco di cavità naturali e grotte scavate dall'acqua che da qui, fino a qualche anno fa, sgorgava naturalmente e alla quale le popolazioni locali assegnavano poteri miracolosi.

Entrando nel sito incontriamo sulla nostra sinistra la muratura in ciottoli di fiume (parte dell'ala laterale del Tempio) sul cui terrapieno sono stati collocati i pannelli didascalici che illustrano la storia del sito a partire dalla geologia del territorio, per passare alle fasi insediative dall'Età del ferro a quella romana, fino alla distruzione del Santuario in epoca medievale.

 
Biglietteria accessibile. Servizio igienico attrezzato sul retro. Accesso agli scavi con pedana in metallo grigliato ripida

Sulla nostra destra si apre il grande prato al centro del quale è stato rinvenuto il brandopferplatz (luogo di culto all'aperto diffuso nell'area alpina durante l'età del Ferro) formato da uno spazio lastricato dove era il grande altare quadrangolare sul quale avveniva l'accensione di roghi votivi e l'offerta di oggetti e piccoli animali che venivano combusti in onore della divinità. Questo sito era frequentato fin dal VI secolo a.C. dalla popolazione locale per venerare una divinità femminile afferente all'acqua, come testimonia il pendaglio votivo in bronzo qui rinvenuto e conservato nel museo di Cividate.
Dopo la romanizzazione della zona avvenuta con la conquista della Valle Camonica nel 16 a.C. e la fondazione della vicina Cividas Camunnorum, vera città romana e capitale della valle, i conquistatori romani vollero confermare la sacralità del luogo con la costruzione dell'imponente Tempio dedicato a Minerva, dea dai molteplici attributi (pensiero, arti e mestieri) che meglio poteva sostituire la divinità indigena legata al culto delle acque, affermando definitivamente la conquista del territorio camuno ed il controllo della viabilità transalpina.

* L'aula centrale del Tempio
* L'aula centrale del Tempio

Edificato all'inizio del I secolo d.C. e ristrutturato in età flavia seguendo il modello del Capitolium dell'antica Brixia, il complesso era composto da un corpo centrale formato da una serie di ambienti allineati addossati alla rupe e collocato su un alto podio al quale di accedeva tramite una breve gradinata e da due ali laterali porticate che si protraevano verso il fiume.
Un ambulacro sul fronte si allargava davanti l'aula di culto sino a formare un monumentale pronao.

Salendo al corpo principale dell'edificio, segnaliamo il primo vano sulla destra dove è collocata la vasca che raccoglieva l'acqua della sorgente sovrastante utilizzata per svolgere i rituali cerimoniali ed i bagni di purificazione.

 
I vari livelli dell'edificio sono collegati con pedane in metallo grigliato raccordate al terreno con rampe ripide.

Di seguito incontriamo l'aula centrale dove, ospitata in una nicchia sopraelevata, spicca la statua di Minerva, riproduzione in resina dell'originale (custodita al Museo di Cividate) completa della testa sormontata da un elmo con una Sfinge alla sommità. In origine la divinità impugnava una lancia con la mano sinistra, mentre il braccio destro doveva essere proteso nella richiesta dell'offerta.
Notevole il pavimento decorato da un mosaico a tessere bianche e nere con bellissimi motivi di tralci e delfini: ben visibile il solco causato dall'escavatore durante i lavori di urbanizzazione degli anni '80 grazie ai quali è stato possibile riportare alla luce l'intero sito.
Pregevoli anche gli affreschi alle pareti con girali e finte prospettive marmoree, così come altrettanto rilevante è la porzione di affresco rinvenuto nella parete dell' aula adiacente.

* statua di Minerva
* statua di Minerva

 
* parete affrescata del vano laterale
* parete affrescata del vano laterale

Nel V secolo d.C. il processo di cristianizzazione dell'impero romano coinvolse anche la Valle Camonica: di conseguenza, il vescovo bresciano Virgilius ordinò la distruzione del Tempio con l'intento di cancellare per sempre il culto della divinità pagana dalla memoria di camuni. Ma fu a causa della devastante esondazione del fiume Oglio nel XIII secolo che il sito venne definitivamente sepolto da fango e detriti, compresa la modesta dimora medioevale, emersa durante gli scavi, sorta sulla darsena a ridosso del Tempio e utilizzata per il commercio dei materiali da costruzione asportati dalle rovine dell'edificio.

Nonostante ciò, il ricordo dell'esistenza del luogo sacro sopravvisse nella memoria collettiva, dato che, da sempre, la vicina chiesa cinquecentesca eretta sul fiume Oglio è popolarmente denominata "della Minerva": qui, nel sacello addossato al lato prospiciente il fiume, è custodita una statua del '700 della dea romana in pietra di Sarnico.

 
Apertura: da Marzo a Ottobre sabato e domenica ore 10:00 - 12:00 e 14:00 - 18:00

In conclusione, segnaliamo la suggestiva colonna sonora che i curatori dell'allestimento del sito hanno scelto per accompagnare i visitatori lungo tutto il percorso: un commento acustico della storia del Santuario dalle origini preromane fino alla sua distruzione, riprodotta dall'inquietante frastuono della devastazione e del probabile violento incendio.
Una soluzione assolutamente originale e coinvolgente per avvicinarsi ed appassionarsi alla storia del nostro territorio e delle nostre origini.

chiesa della Minerva: il sacello 
chiesa della Minerva: il sacello

 


* Su concessione del Ministero per i Beni e le attività Culturali
- Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
- Vietata la riproduzione e la duplicazione con qualsiasi mezzo non autorizzata

BIBLIOGRAFIA

'Valle Camonica romana - nuove ricerche in museo', di F. Rossi, Quaderni del Museo archeologico nazionale Civitas Camunnorum, ed. ET Milano 2007

'Tenet nomen lapis - la collezione di epigrafi del Museo archeologico della Val Camonica, di F. Abelli Condina, ed. ET Milano 2012

'Cividate Camuno - Parco archeologico' - pannelli didattici, AA.VV.

'Il Parco Archeologico del santuario di Minerva', di S. Solano, rivista BM n. 1/2008