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LA VILLA ROMANA A DESENZANO |
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* Villa romana, i mosaici della trichora
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Come raggiungere Desenzano |
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In aereo
Aeroporto di Montichiari G. D'Annunzio 15 km
Aeroporto di Verona Villafranca Catullo 30 km
Aeroporto di Bergamo Orio al Serio 70 Km
Aeroporto di Milano Linate 100 Km
Aeroporto di Milano Malpensa 150 Km |
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In auto
Autostrada A4 Milano - Venezia
- uscita Desenzano del Garda |
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Gli alberghi della Tartaruga |
**** BEST WESTERN HOTEL OLIVETO
via Malaguti - 25015 Desenzano del Garda (Bs)
Tel. +39 030 9911919 - Fax +39 030 9911224
e-mail: oliveto.bs@bestwestern.it
Web Site: www.hoteloliveto
1 camera attrezzata
*** HOTEL VITTORIO
via Porto Vecchio, 4 - 25015 Desenzano del Garda (Bs)
Tel. +39 030 9912245 - Fax +39 030 9912270
e-mail: info@hotelvittorio.it - Web Site: www.hotelvittorio.it
1 camera attrezzata
**** CAMPING S. FRANCESCO
strada Vicinale S. Francesco - 25015 Desenzano del Garda
Tel. +39 030 9110245 - Fax +39 030 9902558
e-mail: moreinfo@campingsanfrancesco.com
Web Site: www.campingsanfrancesco.com
10 case mobili attrezzate
*** HOTEL ENRICHETTA
via Agello, 12- loc. Rivoltella
25015 Desenzano del Garda (BS)
Tel. +39 030 9119231 - 030 9901132
e-mail: info@hotelenrichetta.com
Web Site: www.hotelenrichetta.com
2 camere attrezzate
AGRITURISMO Az. Agr. "MIRABELLO"
loc. Mirabello, 1 - 25015 Desenzano del Garda (Bs)
Tel. +39 030 9991083 - 9140082
e-mail: knikscris@yahoo.it
Web Site: www.agriturismomirabello.com
1 appartamento attrezzato
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I locali della Tartaruga |
* Antiquarium - coppa in vetro (seconda metà IV secolo d.C.)
Percorso
* Villa romana, gli ambienti di rappresentanza
Il territorio e la sua storia
Il Lago di Garda (o Benaco) è il più vasto lago italiano e indubbiamente fra i più apprezzati per quanto possono offrire i numerosi comuni della sponda bresciana, da Sirmione a Salò, da Gardone a Limone, a livello non solo turistico, ma anche storico, artistico e culturale.
Desenzano è probabilmente una delle località turistiche più note del Lago di Garda e, per estensione ed importanza, può vantarsi di esserne considerata la 'capitale'. Collocata all'estremità sud-ovest del lago al centro di un ampio golfo delimitato ad ovest dall'altura del Monte Corno e ad est dalla penisola di Sirmione, la cittadina è in una posizione geografica privilegiata dalla quale si può ammirare il più bel lago europeo nella sua massima estensione.
Visitando Desenzano è possibile fare un viaggio attraverso i secoli semplicemente passeggiando fra i suoi edifici storici, i monumenti ed i complessi archeologici e ripercorrendo, così, i momenti cruciali della storia di questa ridente città gardesana: dall'età del bronzo a quella romana, dal medioevo alla dominazione veneta fino alla battaglia delle vicine S. Martino e Solferino.
Una etimologia di origine popolare collega il toponimo Desenzano con 'discesa' per la posizione sul declivio collinare, ma, più probabilmente, Desenzano deriva dal nome latino di persona 'Decentius', il proprietario della Villa di epoca tardoantica che, non a caso, è la meta del nostro itinerario.
* Antiquarium - sculture di Eracle (II secolo d.C.)
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La Villa Romana
Tra il I e il II sec. d.C., a seguito di un momento di forte crisi economica, la piccola e media proprietà terriera andarono gradualmente scomparendo a favore di pochi possessores (grandi proprietari) che dalla città si trasferirono nelle loro terre dando origine a delle lussuose edificazioni. Queste villae, garantendo loro l'auto-celebrazione, permettevano di recuperare quell'autorità messa seriamente in discussione in questo particolare periodo politico. |
La villae di Desenzano è attualmente la più importante testimonianza nell'Italia settentrionale delle grandi ville tardoantiche. Situata in una splendida posizione tra la Via Gallica e la riva meridionale del lago di Garda, sul quale si affacciava, la villa venne scoperta negli anni '20 del Novecento, ma gli scavi, ripresi a fasi alterne dagli anni '60, proseguono fino ai nostri giorni. |
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L'intero complesso, che ha subìto vari rifacimenti dalla fine dell'età repubblicana fino al V sec. d.C., si estende per quasi un ettaro ed è formato da due blocchi principali: settore A con funzioni di elevata rappresentanza e settori B, C e D a carattere prevalentemente resi-denziale e termale. Iniziamo il nostro itinerario visitando l'Antiqua-rium, il museo dove è custodita la ricca collezione dei reperti rinvenuti
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durante gli scavi della villa, partendo dalle due sale che si affacciano sul cortile interno: nella più esterna sono esposti grandi frammenti di pittura, monete e accessori ornamentali; |
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in quella adiacente statue di Dioniso, Eracle, di fanciullo e un ritratto maschile che compongono il più ricco complesso di sculture decorative di un edificio privato di età romana dell'Italia settentrionale. Particolare l'eccezionale coppa di vetro risalente alla seconda metà del IV sec. d.C. con una delicata incisione di soggetto cristiano, conservata in una vetrinetta sul fondo della stanza. Lungo la parete di sinistra è anche visibile una porzione di hypocausta (riscaldamento a intercapedine) che prosegue anche nel cortile antistante, appartenente ad un gruppo di ambienti databili alla prima metà del I sec. d. C. rinvenuti sotto l'edificio.
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Nell'ultima sala adiacente la biglietteria sono conservate olle, tegami, piatti, coppe, lucerne e piccoli utensili in bronzo: qui è allestita la zona video dove è possibile consultare gli interessanti supporti multimediali, indispensabili per approfondire la conoscenza del sito prima di affrontare il percorso esterno. |
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* Settore A, il vestibolo ottagonale
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* Antiquarium - ricostruzione parete affrescata
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* Settore A, i mosaici dell'atrio a forcipe
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Lasciamo l'Antiquarium e proseguiamo la visita raggiungendo l'ingresso degli scavi dove notiamo, collocato sulla sinistra, un grosso contrappeso in pietra per torchio rinvenuto nell'area residenziale della villa. |
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Inoltriamoci negli scavi iniziando dal settore A, l'area di rappresentanza della villa indubbiamente più ricca e suggestiva dell'intero complesso, organizzata lungo un percorso assiale formato da una sequenza di ambienti sfarzosi. |
Attraversando la prima passerella, sulla sinistra osserviamo una sequenza di quattro vani con funzioni termali riscaldati per mezzo di hypocausta che si concludeva con una vasca semicircolare (di cui è visibile il muro in |
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mattoni) mentre sulla destra troviamo il vestibolo ottagonale che introduceva nel sontuoso edificio, con una ricca pavimentazione musiva a motivi geometrici. |
Scendendo dalla passerella giriamo a destra e percorriamo il vialetto che affianca il portico del peristilio (di cui resta il basamento di una sola colonna |
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sulla nostra sinistra) lastricato con una serie di mosaici di diversa lunghezza. Proseguendo nell'area scoperta del peristilio, ci imbattiamo in un lungo vano sotterraneo (di cui è visibile il solo tratto iniziale) nel quale sono state rinvenute quasi tutte le statue ornamentali che decoravano sia il peristilio che il viridarium (giardino) e che abbiamo potuto ammirare nell'Antiquarium. Si suppone che fosse una sorta di deposito dove queste venivano raccolte, una volta inutilizzate, per divenire materiale di riciclo.
Raggiungiamo ora gli ambienti che meglio testimoniano la funzione cerimoniale, quasi emulativa della vita di corte, che assumevano queste abitazioni per i possessores romani. |
Entrando nell'atrio a forcipe, possiamo osservare, nell'abside di sinistra, un'ampia porzione di mosaico a squame bipartite, mentre nel centrale vano rettangolare è presente una splendida decorazione composta da un mosaico
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diviso in quattro riquadri con rappresentazioni di amorini pescatori su barche o scogli muniti di canne da pesca e secchielli. Da notare l'orientamento dei riquadri, due verso il peristilio e altrettanti verso la trichora, in modo da accogliere l'ospite in entrata ed accompagnarlo verso l'uscita. Da questo vano, probabilmente oltrepassando un colonnato, come testimonia l'unica colonna sulla destra rinvenuta durante gli scavi, si accede all'ultimo ambiente: una suntuosa trichora (triclinio a tre absidi) con ricchissime decorazioni musive: geometriche nelle absidi (in quella di sinistra è anche presente un frammento di mosaico in bianco e nero della precedente pavimentazione della villa) e fastosamente figurative nel vano centrale. In un complesso insieme di riquadri sono contenute: figure di amorini vendemmianti, su bighe in corsa e tra racemi vegetali; menadi e satiri; belve che assalgono animali selvatici e kantharoi da cui fuoriescono rami. Purtroppo la decorazione della sala risente dei restauri molto invasivi eseguiti negli anni '20 che hanno irrimediabilmente compromesso lo stile originale delle immagini. Anche in questo caso tutte le decorazioni sono orientate in modo da essere visibili dalle tre absidi del vano dove, con tutta probabilità, erano collocati gli stibadia (letti tricliniari ricurvi, disposti intorno a tavolini dove venivano appoggiati i vassoi con le vivande) sui quali si sdraiavano gli ospiti.
All'esterno della trichora si trova il viridarium che era chiuso sul fondo da un elegante ninfeo composto da nicchie semicircolari e rettangolari, probabilmente decorate con le statue conservate nell'Antiquarium e dalle quali sgorgava l'acqua: un ambiente raffinato e suggestivo che la strada e le palazzine moderne a ridosso degli scavi, triste risultato della speculazione edilizia degli anni '70, hanno irrimediabilmente deturpato.
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* Villa romana, il viridarium
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Lasciamo la trichora e, girando a destra, torniamo verso il peristilio per incontrare sulla sinistra un piccolo vano,
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forse un cubiculum (stanza da letto) o una diaeta (soggiorno) ornato da un mosaico con ghirlande e amorini che compongono festoni di frutta e da allegorie della primavera e dell'estate; verosimilmente, la parte mancante del tappeto musivo completava la decorazione con la raffigurazione delle due stagioni mancanti. Di seguito, un interessante vano cruciforme, probabilmente un cubiculum a due alcove, che con-serva, nella parte centrale, frammenti di una figura maschile inserita in un paesaggio bucolico, forse la rappresentazione di Orfeo tra gli animali o del Buon Pastore. Quest'ultima ipotesi testimonia degli innumerevoli mutamenti architettonici e decorativi avvenuti nella villa con il consolidarsi del Cristianesimo: è estremamente probabile, infatti, una conversione degli ultimi proprietari della villa, come testimoni |
ebbero anche la coppa di vetro decorata con soggetto cristiano (conservata nell'Antiquarium) e la presunta trasfor-mazione in basilica dell'aula absidata che incontriamo, superando l'antistante passerella di collegamento a metà peristilio, nel successivo settore B. |
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* Settore A, i mosaici del cubiculum
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* Settore A, il mosaico di Orfeo o del Buon pastore (part.)
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Quest'ultimo è caratterizzato da ambienti con funzioni prevalente-mente residenziali ed è stato soggetto a ripetute trasformazioni, per ora non ancora del tutto chiarite. |
* Settore B, l'aula absidata
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Qui ci soffermiamo principalmente sul primo blocco degli scavi: un insieme di vani dalle forme irregolari e curvilinee con mosaici geometrici a tessere bianche e nere disposti tutt'intorno alla grande abside con una raffinata pavimentazione a 'opus sectile' composta da piastrelle marmoree romboidali che formano un disegno di cubi in prospettiva.
Quasi certamente, l'abside era la parte conclusiva di una grande sala rettangolare riscaldata la cui funzione non è per ora conosciuta: forse un altro sontuoso ambiente di rappresentanza simile alla trichora del settore A, che in epoca tardoantica fu trasformato in un ambiente destinato al culto cristiano.
Segnaliamo, in particolare, il vano d'angolo dove è chiaramente visibile la stratificazione pavimentale che caratterizza tutti gli ambienti della villa: particolare l'ampia impronta dove era probabilmente installato il torcular per la spremitura di uva o olive esposto all'ingresso degli scavi.
Nel successivo gruppo di ambienti residenziali con eleganti mosaici geometrici, analoghi a quelli del settore A, è anche visibile l'impianto di riscaldamento su suspensurae appartenente alle fasi più antiche della villa, ma che fu mantenuto in funzione anche nei rifacimenti successivi. |
L'ampia area dei seguenti settori C e D ha purtroppo subito pesanti danneggiamenti causati dalla speculazione edilizia degli anni '70 che hanno per sempre compromesso la possibilità di indagare a fondo sulle ripetute trasformazioni subite dalla villa. |
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* Settore B, vano con impronta del torcular
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* Settore B, suspensurae
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Inoltre, anche la parte degli scavi portati fino ad oggi alla luce non è stata oggetto di alcun intervento sull'accessibilità per le persone disabili. Perciò concludiamo qui il nostro viaggio nel mondo della romanità alla riscoperta |
delle nostre origini e, percorrendo via Crocifisso fino a via Canonica, raggiungiamo la tappa conclusiva del nostro itinerario: il Duomo di Santa Maria Maddalena. |
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Duomo di S.M. Maddalena, il portale
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Edificato secondo il progetto di Giulio Todeschini sull'aria di un'antica pieve (di cui resta solo il campanile ultimato nel 1504), il Duomo venne consacrato dal Vescovo di Verona nel 1611, ma non fu interamente completato secondo il progetto, probabilmente a causa di una crisi economica.
Nella facciata principale, di chiaro impianto settecentesco, spicca il portale in pietra di Bottoncino sovrastato dalla statua di S. Maria Maddalena opera di Santo Callegari di Brescia. |
L'interno a pianta basilicale ripartito a tre navate è uno degli esempi più belli del tardo Rinascimento nella provincia di Brescia. |
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La navata centrale offre una discreta prospettiva con i due colonnati in pietra di Botticino di stile dorico conclusi con un elegantissimo cornicione in stucco dove sono raffigurati arredi per il culto, figure geometriche, cherubini e santi di speciale devozione: S. Maria Maddalena, i SS. Vincenzo, Benigno e Anastasio, S. Angela Merici e S. Carlo Borromeo.
In ogni area di raccordo tra un'arcata e l'altra dei due colonnati spiccano sedici tele raffiguranti gli apostoli ed i simboli degli evangelisti opera di Andrea Celesti (1637-1714) uno tra i principali rappresentanti della pittura veneta del seicento di cui è possibile ammirare anche il bellissimo ciclo pittorico dedicato a Maria Maddalena presente nella chiesa.
Innanzitutto le imponenti tele del coro dietro l'altare: quella centrale raffigura "S. Maria Maddalena consolata dagli angeli", a sinistra è "La resurrezione di Lazzaro", notevole per la composizione nella parte bassa del dipinto dove, in sequenza semicircolare, si distinguono Marta, Gesù, Maddalena e Lazzaro, mentre a destra un lussuoso banchetto ricostruisce "La cena in casa di Simone il fariseo" dove Maddalena è rappresentata mentre lava i piedi a Gesù e li asciuga con i capelli. L'opera, di grande effetto scenografico per l'attenta descrizione del banchetto, richiama la grande tela di Paolo Veronese "Il convito in casa di Levi". Sopra le finestre dell'abside sono collocate due tele più piccole del Celesti con due momenti della visita di Maria Maddalena al sepolcro del Cristo.
Altri importanti dipinti del Celesti sono presenti: nella navata di destra, sopra la porta del campanile, dove è collocata una pala che raffigura "Le nozze mistiche di S. Caterina d'Alessandria"; nel battistero dove è l'imponente "Battesimo di Gesù nel Giordano"; nella controfacciata della chiesa con la trionfale "Resurrezione di Cristo" e, ai lati della porta, le due pale raffiguranti forse i SS. Pietro Paolo. |
Nella cappella dedicata al SS. Sacramento della navata di sinistra segnaliamo la splendida "Ultima cena" di Gian Battista Tiepolo, opera di grande interesse in quanto iconograficamente atipica: |
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diversamente da quanto avviene nello schema tradizionale, qui i dodici Apostoli sono colti secondo una linea prospettica longitudinale che li porta ad affollarsi in una stretta intimità, mentre avviene il dramma.
(opuscolo in distribuzione all'entrata). |
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Le nozze mistiche di S. Caterina d'Alessandria', Andrea Celesti (1637-1714)
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'Battesimo di Gesù nel Giordano', Andrea Celesti (1637-1714) |
* Su concessione del Ministero per i Beni e le attività Culturali
- Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
- Vietata la riproduzione e la duplicazione con qualsiasi mezzo non autorizzata
BIBLIOGRAFIA
La villa romana di Desenzano, di D. Scagliarini e F. Rossi, ed. ET
Il Duomo di Desenzano, Piccole guide per un grande territorio
- Sirmione e il Garda dei castelli di S. Lusardi, ed. Grafo
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